Le informazioni che seguono sono state raccolte da Paola Revel e inserite nel calendario della Pro Loco di Pomaretto nell'anno 2003. Nel registro del Catasto del Comune di Pomaretto, datato 1774, troviamo l'elenco delle valbe, cioè delle piccole regioni in cui veniva suddiviso il territorio, con i relativi proprietari: accanto al nome della borgata, italianizzato, come Ceresieri viene aggiunto un altro termine in questo caso Vignassa, che indica probabilmente la coltivazione prevalente nella zona o la destinazione d'uso del terreno intorno alla borgata. Infatti troviamo Blegieri o Garait; Bocchiardo o Prato della Combe. I proprietari delle vigne arrivavano da tutta la Val Germanasca: da Massello i Tron, Pons, Micol, Matiù, Tron Polat, Gaido, Pasquale; da Maniglia i Freiria, Micol, Peyrani; da Prali Ghigo, Richiardo, Martinat; da Salza e Rodoretto i Meitre; da Fontane i Pons e i Pasquali; da Riclaretto i Costantino, da Bovile e da Campo la Salsa i Tron; abbiamo la presenza di alcune famiglie provenienti anche dalla Val Chisone, in particolare da Meano gli Ertero; da Roure i Vinçon e Vinsone e da Bourcet i Chiariero. Nel registro della popolazione, datato 1865, il numero di abitanti del capoluogo era di unità 164, mentre nelle borgate risiedeva la stragrande maggioranza della popolazione: al Molino, ai Pons, al Plan e ai Bout risiedevano 61 persone; agli Aymar se ne contavano 30, ai Cerisieri e ai Rey abitavano ben 102 persone, ai Bouciard e ai Faure 72; ai Blegeri e alle Deirine vi erano 52 persone, ai Masselli e alla Lausa 70 persone; nelle borgate Gilli, Crosas, Grangiasse vivevano 52 persone, ai Clot Boulard 74, agli Enfous ben 102 persone, per un totale di 769 abitanti. L'economia della zona si basava essenzialmente sull'agricoltura, chiaramente un'agricoltura di montagna, quindi povera e avara, che costringeva il montanaro ad una vita dura, grama, piena di fatiche e di sudori per strappare alla terra il pane quotidiano. E per arrotondare il magro bilancio l'emigrazione, spesso stagionale, per non dover andare a lavorare in fabbrica, luogo di perdizione per le donne, oppure la scelta in miniera, per gli uomini. Ma da quando la vita in borgata diventa troppo dura, si cerca a valle una sistemazione migliore, un lavoro più redditizio, un avita più comoda, la scuola per i figli, e l'antico villaggio, poco per volta si svuota. Qualche volta rimangono i più vecchi, legati alla terra da uno stretto rapporto. La più alta borgata del Podio di Pomaretto, le Sousse, 1290 metri, fu una delle prime a spopolarsi; nel 1852 non vi era più alcun abitanti.